L'obiezione di Gozzini
Un articolo di Patrizia Rulli su "La Città" ricorda la figura di Giuseppe Gozzini, scomparso nel 2010, che è stato il primo obiettore di coscienza cattolico nel 1962. Fino ad allora gli obiettori di coscienza, oltre a Pietro Pinna del movimento nonviolento, erano stati soprattutto anarchici o Testimoni di Geova o cristiani delle Chiese della Riforma. per la sua obiezione Gozzini fu condannato a a 6 mesi senza la condizionale (in seguito sarà amnistiato). A prendere le sue difese tra gli altri anche Giorgio La Pira, Aldo Capitini, padre Ernesto Balducci e don Lorenzo Milani.
luglio 20, 2023 nella Appuntamenti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
In ricordo di Pietro Pinna
Il 13 aprile 2016 moriva a Firenze, a 89 anni, Pietro Pinna, obiettore di coscienza nel 1948 per motivazioni non confessionali ma specificamente nonviolente. Pinna fu fondatore poi con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento e con lui organizzò anche la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961 (e dopo la scomparsa del filosofo perugino le tre successive). Dalla sua scelta, che gli costò vari mesi di carcere militare, nacque un'ampia campagna pubblica per il riconoscimento del diritto di obiezione al servizio militare e di un servizio civile "alternativo", che portò alla prima legge nel 1972. Pinna raccontò la sua esperienza in “La mia obbiezione di coscienza”, edito nel 1994 dal Movimento Nonviolento, mentre un approfondimento storico sulla sua vicenda si può leggere nel recente "Un’altra patria. L’obiezione di coscienza nell’Italia repubblicana" di Marco Labbate.
aprile 13, 2023 nella Appuntamenti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Convegno CNESC “50 anni di obiezione per la pace. Analisi, riflessioni e prospettive sul Servizio Civile”
Il Convegno “50 anni di obiezione per la pace. Analisi, riflessioni e prospettive sul Servizio Civile” in programma a Roma e organizzato in collaborazione con il Movimento nonviolento, è il momento clou delle iniziative programmate quest’anno per i 50 anni dal riconoscimento in Italia del diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare e l’avvio del Servizio Civile. Un programma ambizioso, che ha visto tra gli altri grandi eventi il primo Festival Nazionale del servizio Civile (settembre 2022) e nei mesi successivi tante iniziative promosse dagli Enti aderenti alla Cnesc e preparatorie del Convegno. Da notare che a livello territoriale le iniziative per il 50esimo continueranno nel 2023. Il Convegno - dichiara la Presidente della CNESC Laura Milani- è uno stimolo per guardare al presente e soprattutto al futuro, per far sì che il servizio civile sia sempre più strumento di inclusione, di promozione dei Diritti Umani e della Pace, oltre che un’esperienza di formazione civica e crescita per i giovani”. Leggi qui il programma completo [.pdf]
Il Convegno sarà anche occasione per valorizzare il percorso di questi 50 anni, rileggendolo anche alla luce delle esperienze internazionali ed europee, favorendo momenti di rielaborazione partecipata che portino a rigenerare i fondamenti del servizio civile e a individuarne possibili sviluppi e prospettive. Nella serata del 14 dicembre ci sarà una narrazione teatrale e talk show con la presenza di obiettori di coscienza ucraini e russi. Il Convegno è realizzato con il patrocinio di RAI Sostenibilità ESG. Media partner Avvenire, Vita e Redattore Sociale. L’ingresso al Convegno è gratuito con registrazione obbligatoria al link: https://forms.gle/nKKGTHjL9y93kj58A
dicembre 5, 2022 nella Appuntamenti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Papa Francesco ricorda l'obiezione di coscienza e il servizio civile
Il 26 giugno, nella ricorrenza del 50° di Caritas Italiana (2 luglio 1971) si è svolta l'udienza con papa Francesco. Nel suo discorso il Papa ha ricordato sia l'impegno per l'obiezione di coscienza al servizio militare, che i giovani impegnati nel servizio civile durante la pandemia. «E ora – ha detto il Papa – vorrei dirvi grazie, grazie: grazie a voi, agli operatori, ai sacerdoti e ai volontari! Grazie anche perché in occasione della pandemia la rete Caritas ha intensificato la sua presenza e ha alleviato la solitudine, la sofferenza e i bisogni di molti. Sono decine di migliaia di volontari, tra cui tanti giovani, inclusi quelli impegnati nel servizio civile, che hanno offerto in questo tempo ascolto e risposte concrete a chi è nel disagio. Proprio ai giovani vorrei che si prestasse attenzione. Sono le vittime più fragili di questa epoca di cambiamento, ma anche i potenziali artefici di un cambiamento d’epoca. Sono loro i protagonisti dell’avvenire. Non sono l’avvenire, sono il presente, ma protagonisti dell’avvenire. Non è mai sprecato il tempo che si dedica ad essi, per tessere insieme, con amicizia, entusiasmo, pazienza, relazioni che superino le culture dell’indifferenza e dell’apparenza. Non bastano i “like” per vivere: c’è bisogno di fraternità, c’è bisogno di gioia vera». Il giorno successivo, un articolo di "Avvenire" ha ricordato un episodio dell'impegno di Caritas Italiana proprio nella gestione dei giovani obiettori di coscienza.
luglio 2, 2021 nella Appuntamenti, Esperienze, RiPassi di servizio civile, Storia del SC, Udienza con il Papa | Permalink | Commenti (0)
6 marzo 2001/2021: venti anni di servizio civile volontario in Italia
Sono stati ricordati ieri 6 marzo i 20 anni dalla promulgazione della legge delega n. 64/2001, che ha istituito il Servizio civile su base volontaria ed aperto anche alle donne. Il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale ha sottolineato in particolare l'impegno dei «523.000 ragazzi e ragazze che hanno scelto di fare un’esperienza unica ed irripetibile, fino ad approdare nel 2017, con il decreto legislativo n. 40, alla trasformazione in Servizio civile Universale, con l’ambizione di accogliere tutte le richieste di partecipazione da parte dei giovani interessati". Per la Ministra con delega, on. Fabiana Dadone, intervistata da "Redattore Sociale", ha ricordato come «Il servizio civile sia fortemente legato alle fondamenta del nostro vivere civile e strettamente connesso ai valori di democrazia sociale delineati dalla nostra Costituzione. Sono questi i messaggi di fondo che lancia. Ma è anche un’occasione personale, di sfida, scoperta e condivisione per i giovani volontari».
Con un comunicato la CNESC ha rievocato la partecipazione sin dall’inizio all’esperienza del Servizio Civile nazionale. «Dei cinque enti che parteciparono al primo bando per i giovani, ben quattro erano soci della CNESC - sottolinea -. Da allora, abbiamo continuato a pensare a questa esperienza come esercizio attivo della cittadinanza, che si traduce nel servire volontariamente il Paese favorendo la coesione sociale, dimostrando solidarietà ai più svantaggiati sia in Italia che all’estero, difendendo il patrimonio comune, sia esso ambientale, paesaggistico o monumentale, con azioni volte a favorire un senso di responsabile proprietà collettiva, di rispetto, di conservazione verso i beni della comunità, di promozione e educazione culturale, nonché facilitando l’acquisizione di competenze che i giovani maturano durante il percorso. Questo, per noi, resta il fondamento più profondo che ha il servizio civile come “difesa non armata della Patria” e come contributo al ripudio della guerra e alla costruzione della pace, così come sancito dalla Legge 106/2016 che ha reso “universale” il Servizio Civile». Per il Giudice della Corte Costituzionale Luca Antonini «Il servizio civile è una grande palestra di educazione al bene comune, cioè alla tensione al bene comune. E di questa educazione c’è bisogno in tutti gli ambienti, in cui viviamo: da quello del lavoro a quello anche della politica. Cioè l’educazione al bene comune è quello che forma il cittadino in grado di essere un protagonista della vita sociale, economica e politica del nostro Paese».
Infine per la Presidente della Consulta nazionale del SCU, Feliciana Farnese, «La storia del Servizio Civile nel nostro Paese ha avuto uno svolgimento difficile ma ha portato una grande ricchezza di impegno delle persone, di pace e di solidarietà, e nel suo DNA ci saranno sempre ad accompagnarlo la capacità e la motivazione dei giovani, degli Enti e delle Istituzioni per inventarsi modi e forme sempre più rispondenti ai tempi senza allontanarsi dai valori e dai principi ispiratori».
marzo 7, 2021 nella Appuntamenti, Esperienze, RiPassi di servizio civile, Servizio civile in cifre, Storia del SC | Permalink | Commenti (1)
9 febbraio 1971: prima obiezione di coscienza collettiva
Il 9 febbraio 1971, cinquant’anni fa, nella sede del Partito Radicale a Roma durante una conferenza stampa sei giovani dichiarano la loro obiezione di coscienza (OdC) collettiva al servizio militare. Erano Mario Pizzola di Sulmona (AQ), Neno Negrini di Olgiate (CO), Alberto Trevisan di Padova, Giuseppe Amari di Voghera (PV), Gianfranco Truddaiu di Vigevano (PV) e Franco Suriano di Roma, provenienti dalle diverse anime del mondo del pacifismo e dell’antimilitarismo dell’epoca. “Per la prima volta in Italia – ricorda l’associazione CESC-Project, che per anni ha gestito gli obiettori di coscienza ed oggi il servizio civile universale - viene messa in atto un’obiezione di coscienza di gruppo con un intento dichiaratamente politico di contestazione del ruolo delle forze armate, non solo per la preparazione alla guerra, ma anche come strumento di controllo interno e di difesa di un sistema oppressivo e ingiusto”.
“Noi giovani attivisti – racconta a "Redattore Sociale" Mario Pizzola - ci eravamo conosciuti al Convegno nazionale di studio sul militarismo, tenutosi dall’1 al 3 gennaio di quell’anno a Sulmona, promosso dal Movimento Antimilitarista Internazionale (MAI) e organizzato dal Gruppo di Azione Pacifista (GAP) locale di cui facevo parte”. “Fino a quel momento le dichiarazioni di obiezione di coscienza erano state tutte individuali, per cui nell’ambito dell’obiettivo datoci nel Convegno di ottenere in Italia una legge che riconoscesse l’OdC maturammo questa decisione. Già da tempo infatti avevamo ricevuto la cartolina per svolgere il servizio militare ed eravamo a rischio di arresto perché non essendoci presentati nelle caserme di assegnazione eravamo già sotto mandato di cattura. Così in alcune riunioni svolte a Milano dopo il Convegno organizzammo la nostra obiezione pubblica sulla base di un testo elaborato insieme. Scegliemmo Roma e la sede l Partito Radicale, all’epoca in prima linea per questa battaglia, per dare la massima pubblicità alla cosa. E in effetti la nostra conferenza stampa fu ripresa da molti quotidiani e da riviste pacifiste o del dissenso cattolico dell’epoca, come “Testimonianze” diretta allora da padre Ernesto Balducci.
L’azione di Pizzola e dei suo 5 compagni, cui vanno aggiunti anche Valerio Minnella di Bologna e Nando Paganoni di Cologno al Serio (BG), che non poterono essere presenti a Roma perché già in carcere, proseguì con iniziative semiclandestine di diffusione dell’OdC, terminate via via con i loro arresti. Pizzola in particolare venne arrestato il 30 giugno del 1971, in occasione di una manifestazione non autorizzata a sostegno di uno dei suoi compagni sotto processo in un tribunale militare
Tutte queste iniziative procedevano in parallelo all’iter legislativo delle proposte di legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare. Nel luglio 1969 il senatore della sinistra DC Giovanni Marcora aveva presentato una proposta di legge in tal senso, che nel luglio del 1971 arrivò all’approvazione del Senato, per poi decadere a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. Venne però subito ripresentato all’inizio della successiva legislatura l’11 agosto 1972, per poi esser approvato il 14 dicembre di quell’anno ed entrare in vigore il giorno dopo, 15 dicembre. Nacque così la legge n. 772, che concedeva la possibilità dell'obiezione al servizio militare e faceva nascere il servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici, anche se introduceva modalità più restrittive e punitive (8 mesi di servizio in più, commissione giudicatrice, esclusione delle motivazioni politiche, dipendenza dai codici e dai tribunali militari).
“Al riconoscimento della legge – conclude Pizzola, ricordando anche la fine della sua reclusione proprio nel 1972 – si arrivò a mio avviso non solo perché ormai i tempi erano maturi e per via di una pressione molto forte del mondo pacifista, ma anche perché le Forze armate erano arrivate a temere l’OdC, visto il numero sempre più ampio di giovani che la sceglievano”.
Proprio il 15 dicembre, in ricordo dell’entrata in vigore della legge n. 772, è stato indicato da una recente direttiva del Presidente del Consiglio, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 gennaio, come «Giornata nazionale del servizio civile universale».
febbraio 10, 2021 nella Esperienze, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (1)
A 40 anni dal terremoto in Irpinia: l'impegno degli obiettori in servizio civile
Quarant'anni fa, il 23 novembre 1980, un terremoto di magnitudo 6.8 Richter sconvolge l'Irpinia, una vasta area della provincia di Avellino, tra Campania e Basilicata. I morti furono circa 3.000, 9.000 feriti, 300.000 i senza tetto; i comuni danneggiati furono 280, i paesi completamente rasi al suolo 36. La mobilitazione dello Stato fu immediata, accompagnata dall'impegno spontaneo di migliaia di volontari e degli obiettori di coscienza in servizio civile, tra i quali un centinaio solo da Caritas Italiana.
La loro esperienza e le loro testimonianze furono raccolte su "Servizio Civile", il bollettino di collegamento delle Caritas diocesane e degli obiettori di coscienza, che vi dedicò un numero monografico nel marzo 1981 [PDF], e degli articoli nei numeri successivi di maggio [PDF] e luglio [PDF]. Scrisse mons. Giuseppe Pasini, allora Direttore di Caritas Italiana, a conclusione del suo editoriale: «Gli obiettori di coscienza stanno tracciando una strada e stanno indicando allo Stato la direzione che dovrebbe prendere la difesa della popolazione, la guerra che dovrebbe essere combattuta - contro la povertà, contro l'emarginazione del sud - per affrontare i rapporti interni tra regione e regione, tra fascia e fascia della popolazione, in termini civili e di piena solidarietà».novembre 23, 2020 nella Appuntamenti, Esperienze, Giovani e rappresentanza, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (1)
In ricordo di Fabrizio Fabbrini, storico obiettore di coscienza
E' scomparso a Firenze il 23 gennaio scorso Fabrizio Fabbrini, pacifista cattolico, fondatore del Movimento internazionale per la riconciliazione, ed obiettore di coscienza nel 1965, a 10 giorni dalla fine del suo servizio militare. Ne seguì nel mese di febbraio un processo clamoroso «che anziché durare 15 minuti come accadeva in genere in questi casi, durò 10 giorni. Fu condannato ad un anno e 8 mesi di reclusione. Ma il 6 giugno del 1966, a sei mesi dall’arresto, fu rimesso in libertà. Per il ventennale della Repubblica il Parlamento votò amnistia e indulto. Fabbrini rifiutò l’amnistia ma non poté dire di «no» all’indulto che serviva a svuotare le carceri. Assistente ordinario di diritto all’Università di Roma, per la sua obiezione perse il posto, ma fu aiutato da La Pira del quale nel 1969 divenne assistente.
febbraio 8, 2019 nella Esperienze, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
40 anni di servizio civile in Caritas Italiana
Si è svolto a Roma venerdì 15 dicembre scorso, il Convegno "40 anni di Servizio Civile in Caritas. Tra memoria e prospettive". Nella Giornata nazionale del servizio civile, per la quale è arrivato anche un Messaggio del Presidente della Repubblica, istituita prendendo a riferimento il giorno in cui, 45 anni fa, venne promulgata nel nostro Paese la prima legge sull'obiezione di coscienza al servizio militare (n. 772/72), il Convegno ha celebrato l'avvio dell'esperienza del servizio civile in Caritas Italiana. Sul sito sono disponibili materiali e foto dell'iniziativa, mentre qui di seguito il video introduttivo.
dicembre 18, 2017 nella Appuntamenti, Esperienze, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
15 dicembre, Giornata per il servizio civile: le iniziative di oggi
Oggi 15 dicembre cadono i 45 anni dall'entrata in vigore della Legge n. 772/1972, la prima in Italia a riconoscere l'obiezione di coscienza al servizio militare ed avviare, di fatto, l'esperienza del servizio civile. Molte le iniziative che ricordano oggi questo anniversario, come il Convegno promosso a Roma da Caritas Italiana, il seminario del CESC-Project e quelle del CSV di Belluno. Sempre oggi sarà diffuso l'editoriale comune della Campagna "Un'altra difesa è possibile" sottoscritto da Direttori di diverse riviste e che sarà pubblicato su molti siti che sostengono la proposta di una Legge per la Difesa civile non armata e nonviolenta.
dicembre 15, 2017 nella Appuntamenti, Esperienze, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
30 agosto 1949, l'obiettore Pietro Pinna a processo
Il 30 agosto 1949 si svolge l'udienza del processo a Pietro Pinna per "insubordinazione e disobbedienza", dopo la sua obiezione di coscienza. Pinna, chiamato alle armi alla fine del 1948, si era presentato in caserma alla Scuola allievi ufficiali di Lecce e aveva iniziato il servizio per poi obiettare il giorno del giuramento. Escluso dal corso fu inviato, per adempiere ai suoi obblighi, al I C.A.R. di Casale Monferrato, dove ripetè la sua obiezione e per questo venne mandato a processo. In Italia il sistema giuridico stabiliva che i giovani che prestavano servizio di leva dovessero sottostare al codice penale militare e quindi anche i giovani che si rifiutavano di prestare il servizio militare venivano processati da un tribunale militare.
La legge prevedeva la possibilità che il giovane che si rifiutava ripetutamente di servire nell’esercito restasse in carcere fino ai 45 anni di età, anno in cui scattava (per tutti) l’esonero dal servizio di leva: una volta scontata la punizione per il primo “rifiuto di obbedienza”, il giovane avrebbe dovuto riprendere il servizio militare dal punto in cui lo aveva lasciato; se si rifiutava ancora, sarebbe stato di nuovo processato, quindi incarcerato (in una prigione militare) per un altro periodo che poteva variare dai 10 ai 18 mesi; e così di seguito fino ai 45 anni. All'udienza del 30 agosto parteciparono come testimoni a favore di Pinna, Aldo Capitini, fondatore del Movimento Nonviolento, e l'on. Umberto Calosso, già membro della Costituente, che di lì a poco avrebbe presentato il primo progetto di legge sul riconoscimento dell’obiezione di coscienza in Italia. La sentenza viene emessa il 30 agosto con la condanna a 10 mesi di reclusione, col beneficio della sospensione condizionale della pena e della non iscrizione al casellario. Pinna non dovette così scontare i mesi della pena in carcere (aveva comunque già avuto sette mesi di detenzione pre-processuale), ma fu subito richiamato al servizio militare e, dopo un nuovo rifiuto, nuovamente processato. Il 5 ottobre 1949 il Tribunale Militare di Napoli, in un processo per direttissima, condannò nuovamente Pinna per il suo continuato rifiuto e lo inviò alle carceri di Sant’Elmo per otto mesi di reclusione. Il 29 dicembre Pinna venne liberato in virtù dell’amnistia indetta per l’Anno Santo, nonostante il giovane si fosse rifiutato di firmare il condono. Nel gennaio 1950, ancora un richiamo di leva e viene mandato a Bari per riprendere il servizio militare. Obietta di nuovo, ma questa volta, invece di essere arrestato, viene sottoposto a una visita medica al termine della quale il dottore compila una cartella nella quale attesta una “nevrosi cardiaca”. Così il 12 gennaio Pinna, perfettamente sano, viene riformato per motivi di salute e quindi congedato. In seguito Pietro Pinna divenne uno dei più stretti collaboratori di Capitini, con cui organizzò la prima Marcia per la Pace Perugia-Assisi nel 1961, e le tre successive; continuò ad operare nel Movimento nonviolento per tutta la vita, diventandone segretario nazionale dal 1968 al 1976. Fu direttore responsabile della rivista Azione Nonviolenta fino alla morte, sopraggiunta il 13 aprile 2016.agosto 30, 2017 nella Appuntamenti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
#riPassi di servizio civile, 15 dicembre 1972: Approvata legge sull'obiezione di coscienza al servizio militare
E’ stata approvata ieri 14 dicembre 1972 dal Parlamento la legge n. 772 che riconosce per la prima volta in Italia l’obiezione di coscienza al servizio militare obbligatorio. «Una legge che ricalca quella Marcora votata dal Senato nella scorsa legislatura e universalmente definita legge-truffa», commenta il Movimento Nonviolento che più di tutti, insieme al Partito Radicale, si è battuto perché si riconosca il diritto all’obiezione di coscienza. L’approvazione della legge prima di Natale, così da permettere a molti obiettori di coscienza attualmente in carcere di essere liberati in vista delle festività, nasce grazie alla protesta e al digiuno di centinaia di pacifisti, nonché con l’accelerazione imposta dal Presidente della Camera, Sandro Pertini, che il 4 dicembre scorso ha proposto di affidare il progetto di legge già passato al Senato alla Commissione Difesa in sede deliberante, evitando una lunga discussione in Aula.
Tra gli elementi di novità, ma anche quelli più contestati dal mondo nonviolento e pacifista italiano, proprio il fatto che l’obiezione risulti come “beneficio” concesso dallo Stato e non come diritto, che le domande presentate dai giovani obbligati alla leva siano valutate da una commissione, definita già “tribunale delle coscienze”, che la durata del servizio civile sia maggiore di 8 mesi rispetto a quella del servizio militare e che la gestione di chi rifiuta la divisa sia affidata proprio al Ministero della Difesa. Per il deputato della sinistra della Democrazia Cristiana, Carlo Fracanzani, la legge «non recepisce nessun apporto costruttivo, neanche quelli provenienti da fonti autorevoli anche di carattere religioso, e neppure l’importante parere della Commissione Giustizia della Camera. Si tratta di un provvedimento che riversa tutte le opposizioni che fino ad oggi in linea di principio venivano fatte al riconoscimento dell’obiezione di coscienza, in un meccanismo di legge che si sforza di essere il più possibile restrittivo e punitivo. È necessario che il Parlamento, al più presto, riveda la materia per emanare un provvedimento che costituisca un effettivo riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza , non solo in termini di etichetta ma di sostanza». «In termini ideale però – commenta sempre il Movimento Nonviolento – la novità del riconoscimento giuridico dell’obiettore di coscienza – che possiamo ben dire «strappato» al potere dello Stato, anche se articolato in modo tale da poterlo gestire a tutto suo libito – ha un grande significato, perché introduce un fondamentale valore di principio di contro uno dei massimi e pericolosi poteri dello Stato, quello di coscrivere alla guerra».#Ripassi è un progetto di comunicazione della Regione Lazio, segui qui: http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/ripassi.html
dicembre 15, 2016 nella Appuntamenti, Normativa e progetti, Riforma SC, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
#riPassi di servizio civile, intervista a Licio Palazzini sulla legge 230/98
Nell'ambito del progetto sulla storia del servizio civile della Regione Lazio "riPassi", Licio Palazzini, presidente di Arci Servizio Civile, commenta la legge 230/98 che riforma l'obiezione di coscienza e regolamenta il servizio civile obbligatorio. Le sue sensazioni, le tappe della riforma, come è cambiata l'obiezione di coscienza.
luglio 6, 2016 nella Esperienze, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC, Video | Permalink | Commenti (0)
#riPassi di servizio civile: luci ed ombre della riforma dell'obiezione di coscienza
«Questa legge sancisce finalmente l’iscrizione dell’obiezione tra i diritti della persona secondo quanto la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la stessa nostra Costituzione riconoscono da mezzo secolo». E' quanto dichiara Diego Cipriani della Consulta nazionale del servizio civile (CNESC) dopo l’approvazione della nuova legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare. «Per certi versi però questa legge è un passo indietro. Non possiamo gioire per quella che consideriamo una controriforma – polemizza invece Massimo Paolicelli, portavoce dell’Associazione Obiettori Nonviolenti (AON) -. Dal primo gennaio ’99, i termini per la presentazione della domanda sono abbassati da 60 a 15 giorni dalla data di arruolamento: con la disinformazione che c’è, molte domande verranno respinte perché fuori termine. Per alcuni settori del servizio civile sono ammessi periodi aggiuntivi di formazione, da definire, e questo è anticostituzionale: il servizio civile torna ad essere più lungo di quello militare».
«Dopo il famoso rinvio di Cossiga nel 1992, siamo purtroppo dovuti ripartire da zero – prosegue Paolicelli -. Il problema costante in questi anni è stato quello di avere pochi parlamentari sensibili ai temi dell’obiezione nei vari partiti che ci aiutavano a costruire nel Parlamento le maggioranze necessarie». «La nuova legge è appesantita da una serie di paletti voluti dalla Difesa per ammorbidirla e non è quella che si poteva ottenere, per certi versi anzi è peggiore di quella bloccata nel 1992», spiega ancora il portavoce dell’AON. Per Paolicelli gli aspetti più positivi sono «il riconoscimento del diritto insindacabile all’obiezione, il fatto che per la prima volta viene riconosciuta la possibilità di studiare forme alternative di difesa, con la Commissione sulla difesa civile popolare nonviolenta». «Tuttavia – prosegue – mentre per la difesa armata del Paese, stabilito che servono 190mila persone, lo Stato investe tutto quello che serve, per il servizio civile il meccanismo è opposto: si stanzia una somma, in base alla quale si inviano in servizio civile tanti giovani quanti ne permette la cifra. La difesa del Paese attraverso il servizio civile continua ad essere una difesa di ‘serie C’».#Ripassi è un progetto di comunicazione della Regione Lazio, segui qui:http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/ripassi.html
luglio 5, 2016 nella Esperienze, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Approvazione legge 230/98, parla la relatrice alla Camera
«L’obiezione di coscienza è ora riconosciuta come un diritto a tutto tondo. Il testo prevede poi che a gestire il servizio civile non siano più i militari ma un apposito Ufficio istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Gli obiettori infine, e questa è una novità assoluta, possono prestare servizio anche all’estero, nell’ambito di missioni umanitarie. Questa legge, necessaria, ha saldato un debito di civiltà». Commenta così l’on. Francesca Chiavacci (PDS) l’approvazione della legge di riforma sull’obiezione di coscienza e sul servizio civile obbligatorio, della quale è stata relatrice di maggioranza alla Camera prima del suo passaggio al Senato.
«Ho fatto la relazione in Aula sulla proposta di legge subito la mia prima maternità, che mio figlio Leonardo aveva 17 giorni! Quando finalmente dalla Commissione il testo passò in Aula, nel 1997, dato che dovevamo approvarlo in prima lettura – e c’erano più di 5mila emendamenti in gran parte dell’on. Gasparri (MSI) – lasciai mio figlio a mia madre», ricorda l’on. Chiavacci. «Dalla prima relazione alle votazioni è passato molto tempo: inizialmente venne accantonata completamente. Io fui relatrice alla camera per la prima lettura, poi tutto si bloccò – spiega l’esponente DS -. Ricordo che ebbi anche un grande aiuto da Beniamino Andreatta, ministro della Difesa: mi chiamò nel suo studio, io ne avevo una grande soggezione, per concordare qualche emendamento. Andreatta lavorò a favore di questa legge fino in fondo, con tutta la coorte dei militari che lo osteggiava, in ogni caso voleva la riforma dell’obiezione di coscienza». Per l’on. Chiavacci il problema principale per l’approvazione della legge «è stato l’ostruzionismo a oltranza in Commissione da parte del MSI prima (poi divenuto AN), che faceva sempre mancare il numero legale. E poi gli insulti agli obiettori. Le due definizioni erano ‘quelli che non fanno niente’, oppure ‘ quelli che fanno tanto perché sono manodopera sostitutiva’, definizioni da cui discendeva l’attacco al volontariato. Il problema era che, se a destra facevano di tutto per far mancare il numero legale, a sinistra i ‘nostri’ non erano convinti, e il numero legale veniva a mancare lo stesso».#Ripassi è un progetto di comunicazione della Regione Lazio, segui qui:http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/ripassi.html
luglio 4, 2016 nella Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
#Ripassi Servizio civile, arriva la riforma dell'obiezione di coscienza alle armi
Dopo un iter durato oltre un anno e mezzo e partito a gennaio 1997, il Senato ha approvato in via definitiva il 16 giugno 1998 la nuova legge di riforma dell’obiezione di coscienza al servizio militare e che regola il servizio civile obbligatorio. Una votazione a larga maggioranza: 133 sì, 15 contrari e 11 astenuti. A favore ha votato il centrosinistra, Rifondazione, Forza Italia e i Centristi del Polo; AN ha votato contro, i leghisti si sono astenuti. Con la firma l’8 luglio 1998 della legge 230/98 e la sua pubblicazione sulla G.U. il 15 luglio, ora obiettare sarà un diritto dei giovani che non intendono svolgere il servizio di leva. Con la nuova legge infatti basterà una semplice comunicazione per svolgere il servizio civile.
Al contrario della legge 772/72, che per prima ha riconosciuto l’obiezione di coscienza in Italia, ma subordinandola al giudizio di quello che è stato chiamato il “tribunale della coscienza”, ora la domanda di inserimento nell' elenco degli obiettori potrà essere respinta solo in pochi, precisi casi: possesso del porto d' armi, condanna per reati legati all' uso di armi ed esplosivi o per delitti commessi mediante violenza. Lo stesso servizio civile obbligatorio, seguendo quanto già indicato da due storiche sentenze della Corte Costituzionale del 1985 e del 1989, rappresenta a tutti gli effetti un modo alternativo di "servire la patria", con una durata pari al servizio militare. I giovani così possono scegliere di difendere la Patria, con il servizio militare o con il servizio sostitutivo civile. La gestione del servizio civile sostitutivo del servizio militare passa inoltre al neocostituito Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, che può avvalersi di una Consulta nazionale del servizio civile, nonché dei contributi di un Comitato per la difesa civile non armata e nonviolenta, ma che dovrà tenere conto dei finanziamenti effettivamente disponibili per il Fondo nazionale. Inoltre giovani che si dichiarano obiettori avranno diritto a svolgere il servizio civile nella regione di residenza o in un' altra regione indicata sulla domanda, mentre per la prima volta si introduce la possibilità di svolgerlo anche all’estero. Diverse le reazioni politiche. Per i senatori dei Democratici di Sinistra "una battaglia che da quattro legislature è stata condotta dalle forze di centrosinistra, ha finalmente raggiunto il traguardo". In un comunicato congiunto del capogruppo Cesare Salvi e dei senatori Patrizio Petrucci e Palmiro Ucchielli si dice che è arrivata "una buona giornata per l' affermazione dei diritti civili in Italia". E a loro si unisce anche l' ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga che oltre 6 anni fa rinviò alle Camere la legge di riforma sulla obiezione di coscienza che il Parlamento aveva approvato. A distanza di tanto tempo Cossiga ha cambiato idea e afferma: "Adesso, in un' epoca storica diversa, sono d'accordo anch'io". Favorevole anche il popolare Renzo Lusetti, obiettore di coscienza nell' 82, che ha espresso "doppia soddisfazione": per l' approvazione, dopo tanti anni, del provvedimento, e per il "ravvedimento" di Cossiga. Da Alleanza nazionale arriva invece una bocciatura senza possibilità d' appello. "E' una legge lassista e inopportuna", si legge in un comunicato dei senatori di An Mario Palombo e Piero Pellicini.#Ripassi è un progetto di comunicazione della Regione Lazio, segui qui: http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/ripassi.html
luglio 4, 2016 nella Appuntamenti, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
8 marzo: 15 anni di servizio civile al femminile
Lo scorso giovedì al Quirinale si sono festeggiati i 15 anni dalla sua istituzione. Ma da quando è nato il servizio civile volontario, 2 su 3 di chi lo ha scelto sono donne, e se questa esperienza è cresciuta in questi anni si può ben dire che il merito è stato innanzitutto loro. Buona Festa della donna e buon 8 marzo a tutte le volontarie!
marzo 8, 2016 nella Appuntamenti, Esperienze, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Mattarella per il 15° del servizio civile: "luogo concreto di protagonismo dei giovani"
Ieri il servizio civile nazionale ha celebrato 15 anni dalla promulgazione della legge 64/2001, con cui è stato costituito. Giovedì scorso l'incontro al Palazzo del Quirinale con Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un ritorno per quest’ultimo, che all’epoca dell’approvazione della legge 64/2001 era Ministro della Difesa. L’incontro si è svolto nella Sala dei Corazzieri, alla presenza di circa 200 giovani in servizio civile, accompagnati dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, dal Sottosegretario di Stato Luigi Bobba, e dal Presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile Giovanni Bastianini insieme ad altri rappresentanti istituzionali, a quelli di vari enti nazionali e regionali. «Il servizio civile ha una lunga storia – ha esordito Mattarella nel suo discorso che ha concluso l’incontro– che affonda le radici nei valori della pace e della solidarietà, e che ha contribuito a formare coscienze e senso civico di diverse generazioni di giovani». Per il Presidente della Repubblica esso «è – e può esserlo sempre di più – un luogo concreto di protagonismo dei giovani, dove matura la loro piena cittadinanza, intesa come diritti e come doveri, e dove possono crescere le loro opportunità». «Il servizio civile è un ponte – ha proseguito Mattarella -. Abbiamo bisogno di ponti, non di barriere» e per questo auspica che gli stanziamenti crescenti del Governo indichino «una tendenza che si possa sviluppare ancor di più in futuro». Da ultimo il Presidente Mattarella è tornato sulla proposta di servizio civile europeo, definendolo «un progetto ambizioso e giusto. O l’Europa è una società solidale oppure non è. O l’Europa è capace di dare ai propri giovani un traguardo più avanzato oppure rischia di mortificare i suoi giovani».
marzo 7, 2016 nella Appuntamenti, Esperienze, Giovani e rappresentanza, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Servizio civile, domani incontro al Quirinale con Presidente Mattarella
Si svolgerà domani pomeriggio alle 18:15 presso il palazzo del Quirinale il primo incontro del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con circa 200 giovani volontari in occasione dei 15 anni dell’istituzione del Servizio Civile Nazionale il 6 marzo del 2001 (legge n. 64). «L’appuntamento, promosso dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, costituirà l’occasione per presentare il bilancio delle attività realizzate e i risultati ottenuti fino ad oggi e anche per illustrare le prospettive per il futuro», spiega una nota stampa.
Saranno presenti all’incontro il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, il Sottosegretario di Stato Luigi Bobba, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Claudio De Vincenti nonché altre personalità istituzionali e il Presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile. Alcuni volontari di SCN racconteranno al Presidente della Repubblica la loro esperienza di servizio civile. Tra questi ci sarà anche Dost Mohammad (20 anni, Afghanistan) che sta svolgendo il suo anno di volontariato presso Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS partecipando al progetto “Rifugiati: una casa per ripartire”. Durante l’incontro sarà presentato, in anteprima, il nuovo spot del Servizio civile nazionale per la campagna istituzionale Bando 2016, realizzato in collaborazione con il Dipartimento dell’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.marzo 2, 2016 nella Appuntamenti, Esperienze, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
#riPassi, papa Giovanni Paolo II: "Servizio civile un segno dei tempi"
«L'apertura del servizio civile alle donne e il passaggio ad un servizio militare libero hanno moltiplicato le opportunità d'impiego di volontari in Italia e in altri Paesi, specialmente del Terzo Mondo. Penso, tra l'altro, al progetto di istituire corpi civili di pace in ambito europeo e mondiale con modalità di formazione e di crescita più incisive». Sono le parole di Papa pronunciate in occasione di un’udienza.
«Si potrebbe dire – ha detto papa Giovanni Paolo II - che il servizio civile costituisce, nell'attuale momento storico, un "segno dei tempi". Anche la Chiesa intende fare spazio a questa preziosa riserva di energie, collaborando con le Istituzioni civili alla ridefinizione del quadro giuridico entro cui dar vita al nuovo servizio civile. Per tale ragione, i Vescovi hanno voluto ribadirne alcune importanti coordinate, quali la formazione della persona, la scelta preferenziale per i poveri e gli emarginati, la diversificazione delle proposte secondo gli interessi e le attese dei giovani, il rilancio del servizio civile quale contributo al bene comune, l'attenzione alle situazioni locali e a quelle dei Paesi emergenti o segnati dalla guerra».marzo 1, 2016 nella Appuntamenti, Esperienze, Libri e siti utili, RiPassi di servizio civile, Storia del SC, Udienza con il Papa | Permalink | Commenti (0)
#riPassi di servizio civile: la lunga strada dell'obiezione di coscienza
La nuova legge sul servizio civile “volontario”, approvata pochi giorni fa dal Parlamento, insieme alla precedente legge 331 del 2000 segnano la fine dell’epoca gloriosa dell’obiezione di coscienza al servizio militare. Per alcuni anni servizio civile “obbligatorio”, quello degli obiettori, e “volontario” sono destinatati a coesistere, ma non oltre il 2005, quando le leva militare sarà del tutto sospesa. Finirà così dopo quasi 60 la storia dell’obiezione di coscienza, le cui origini in Italia si fanno comunemente risalire al 1948 con Pietro Pinna, ma anche aveva già visto altri giovani, soprattutto appartenenti alla Chiese protestanti fare questa scelta molto prima.
Il primo processo penale in Italia che ebbe ampia risonanza fu proprio quello a carico di Pietro Pinna, che ispirato dai principi nonviolenti appresi da Gandhi e Capitini, rifiuto di prestare giuramento e per questo fu condannato alla reclusione, mentre in Parlamento gli on. Colosso, socialista, e l'on. Giordoni, democristiano, presentavano le prime proposte di legge per riconoscere questa obiezione di coscienza. Gli anni '60 videro i processi ai primi obiettori cattolici: Giuseppe Gozzini e Fabrizio Fabbrini e le forti prese di posizione del padre scolopita Ernesto Balducci, del sindaco di Firenze Giorgio La Pira e di don Lorenzo Milani in favore dell'obiezione di coscienza. Occorrerà aspettare fino al 1972 per avere in Italia la prima legge, la n. 772 detta anche “Marcora”, da nome del deputato che la presentò, che “concederà” l’obiezione di coscienza al servizio militare e la possibilità di un servizio civile sostitutivo per motivi morali, religiosi e filosofici. Negli anni successivi la legge sarà modificata modo sostanziale da diverse sentenze della corte Costituzionale e bisognerà aspettare il 1977 per avere con il Decreto del Presidente della Repubblica (n.1139 del 28/11/77) le norme di attuazione. Legge pensata ed attuata come restrittiva e punitiva (8 mesi in più, commissione giudicante, esclusione delle motivazioni politiche, dipendenza dai codici e dai tribunali militari) che comunque fece nascere subito un movimento di lotta degli obiettori che si unirono nella Lega Obiettori di Coscienza (LOC). Nel 1985 la Corte Costituzionale emetterà una sentenza storica (n.164/85) che legittimò l'obiezione di coscienza rispetto al diritto/dovere di difesa della patria sancito dalla Costituzione italiana. Nel 1989 la Corte Costituzionale emanò un'altra importante sentenza (n.470/89) che dichiarò incostituzionale il principio secondo il quale gli obiettori di coscienza devono prestare un servizio sostitutivo civile più lungo di otto mesi rispetto al periodo del servizio militare. Dopo vari tentativi di riforma andati a vuoto, nonché l’ostruzionismo dichiarato del Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, pochi anni fa nel 1998 si è arrivati ad una nuova legge, la n. 230, che finalmente riconosce il diritto all’obiezione. Da allora il numero di giovani che hanno fatto questa scelta è aumentato notevolmente, arrivando anche a 100.000 richieste all’anno. Alla fine si stima che saranno quasi 1milione i giovani che avranno compiuto questa scelta di difesa non armata e nonviolenta.febbraio 29, 2016 nella Appuntamenti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Palombi (UNSC), “ecco come cambia il servizio civile”
Un’esperienza di educazione alla pace che si svolge «soprattutto attraverso il volontariato, sistema vastissimo che comprende sempre più persone e di tutte le età». Così l’on. Massimo Palombi, Direttore dell’Ufficio Nazionale del servizio civile, descrive in una intervista questo istituto da poco costituito e che coesiste in questa fase di passaggio con il servizio civile degli obiettori, destinato però a sparire nei prossimi anni. In questo momento – spiega il neo Direttore dell’UNSC - «stiamo vedendo un’evidente affluenza di un più alto numero di progetti del Centro-Nord, a fronte di una scarsità di quelli del Sud, ne consegue che quest’ultimi progetti vengono per così dire assaliti dalla domanda dei giovani meridionali che finiscono per accettarli quasi tutti senza avere possibilità di adeguata scelta».
Nell’intervista si ricorda anche come una novità della nuova legge sia la possibilità, in parte prevista anche per il servizio degli obiettori, di svolgere servizio civile all’estero per interventi di pacificazione e cooperazione, nonché un ruolo più attivo delle Regioni. «Stiamo lavorando per favorire il decentramento del nostro Ufficio – ricorda Palombi -. Operiamo in collaborazione con le Regioni, alcune delle quali hanno già attività di servizio civile con dei progetti diversi dai nostri». Rimase però sempre preminente la questione dei fondi a disposizione, come anche evidenziato dalle associazioni di obiettori. «Se durante l’anno il numero delle volontarie riuscirà a crescere, come speriamo, porremo il problema di un maggiore finanziamento. Si tenga conto che se il costo di un obiettore è di circa 3 euro al giorno, vale a dire 90 euro al mese, il costo di un volontario è di 433, quindi quasi cinque volte. Abbiamo una fase in cui dovremo sostenere il costo sia degli obiettori sia di un consistente numero di volontari», conclude Palombi. Leggi tutta l’intervista qui in PDF .febbraio 26, 2016 nella Normativa e progetti, Regioni, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (3)
Nuovo servizio civile volontario, il punto di vista degli obiettori
Per gli obiettori di coscienza, la notizia dell’approvazione definitiva da parte della Camera della legge di “istituzione del servizio civile nazionale” porta ad una amara soddisfazione. Infatti se è vero che questa legge istituisce il servizio civile volontario, garantendone una continuità anche dopo il definitivo congelamento dell’obbligo della leva, è anche altrettanto vero che questo provvedimento è una lavorazione di scarto della riforma delle forze armate recentemente approvata dal Parlamento. Per quest’ultima si è deciso di garantire rispetto agli obiettivi, un numero spropositato di uomini (190.000), tutte le risorse necessarie (il bilancio della difesa supera i 34.000 miliardi) e mezzi (nuove portaerei, caccia, ecc.).
Quasi tutti i nostri politici, concepiscono quella militare, come la difesa con la d maiuscola, lasciando al servizio civile, un ruolo secondario, da bravi ragazzi pieni di buona volontà, ma la difesa del paese, malgrado gli impegni, si fa in armi. Quindi al servizio civile vanno le briciole. Il testo per il quale esultano tutti, ho sentito commenti di parlamentari mai sentiti nominare a fianco della parola servizio civile in questi anni, parla di tante belle cose. Dice che «il servizio civile nazionale, concorre, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari». Favorisce la solidarietà sociale, la cooperazione, la pace tra i popoli, la salvaguardia del patrimonio ambientale, storico e culturale, la protezione civile e la formazione civica. Il servizio civile può essere svolto all’estero per interventi di pacificazione e cooperazione tra i popoli. Per fare tutto questo si attinge all’attuale fondo degli obiettori di coscienza, che per quest’anno ammonta alla straordinaria cifra di 235 miliardi. Ovviamente ci si affretta a dire che l’ammissione al servizio civile, avverrà «nei limiti delle disponibilità finanziarie previste annualmente». Già oggi si fatica a far partire con quelle cifre gli oltre 100.000 giovani che hanno presentato domanda: ne partono mediamente 80.000. Quindi si vuole andare a nozze con i fichi secchi. E’ fin troppo evidente che se si danno gli incentivi adeguati per “reclutare” i nuovi volontari, occorre accontentarsi di poche persone in servizio. Se si distribuiscono gli incentivi a pioggia si rischia di avere una scarsa risposta da parte dei giovani. Risposta, che in ogni caso è a rischio considerando lo scarso impegno di questi anni a far decollare l’attuale servizio civile degli obiettori, e facendo scontrare quotidianamente i ragazzi con una burocrazia miope che sembra fare un favore a far svolgere ad un ragazzo un servizio civile serio e qualificato. A distanza di due anni e mezzo dall’approvazione della legge sull’obiezione di coscienza, devono ancora essere emanati i regolamenti di gestione amministrativa e di disciplina, il testo di convenzione tipo, la formazione obbligatoria è ancora lontana e la sperimentazione di forme di difesa non armata e nonviolenta è ancora un sogno. Si sono perse nella strada che separa i distretti militari dall’Ufficio nazionale per il servizio civile quasi 20.000 domande, mentre è ancora aperta la questione dei così detti “ragazzi del ’99” che si vuole far attendere per inviare in servizio civile 18 mesi anche se la legge prevede che dal 1 gennaio 2000 si debba attendere solo 9 mesi. Il problema di fondo è che non si sono individuati i problemi da affrontare e trovate le risposte necessarie, come è avvenuto, anche se grossolanamente per le forze armate. Mentre oramai è un incubo del contribuente la riforma delle forze armate. In questi anni, sono stati dati maggiori poteri ai vertici militari, sono aumentate le spese militari, e siamo solo all’inizio, visto che la professionalizzazione delle forze armate, con lo scarsa vocazione dei giovani, costerà moltissimi incentivi, inoltre occorrerà pagare i costi della mancanza della leva. Tutto questo mentre non si è fatto un solo passo in avanti nella democratizzazione delle forze armate, dove regna l’impunità totale, basta ricordare le violenze in Somalia, l’uranio impoverito ed il caso del giovane Emanuele Scieri: nessuno è colpevole. Fatto più grave si è partecipato ad una guerra della Nato, che come oggi è sotto gli occhi di tutti, di umanitario aveva poco o nulla. Per questo, se il centro-sinistra, pensa con questo provvedimento di essersi salvata l’anima, ha fatto male i suoi conti.Massimo Paolicelli, presidente dell’Associazione obiettori nonviolenti
Liberazione, giovedì 15 febbraio 2001
febbraio 25, 2016 nella Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (1)
Presidente Ciampi: "occorre più attenzione per il servizio civile"
Occorre che la società italiana presti “attenzione a un grande tema, di cui così poco si parla, e di cui quindi poco si sa: il servizio civile volontario”. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un discorso tenuto durante la sua visita alla città di Ravenna. «Ai giovani e alle giovani – ha proseguito il Presidente - dico: si può servire la Patria militando come volontari in uno dei molti settori del servizio civile, nell'interesse della società, per il bene soprattutto dei più deboli, così come vestendo l'uniforme, al servizio della sicurezza e della pace. Si hanno, in ambedue i casi, anche vantaggi pratici. Ma soprattutto si può vivere un periodo di formazione che può risultare determinante per tutta la propria vita. E' importante un periodo della gioventù dedicato alla collettività, e vissuto in collettività, sia in armi, sia senza armi».
Il Presidente ha poi ribadito come la sua fiducia nei giovani sia grande. «Quando li incontro nelle scuole, in città d'ogni parte d'Italia, li trovo appassionati ai loro studi; giustamente ansiosi per il loro futuro, specie nelle regioni dove purtroppo vi è ancora una disoccupazione giovanile elevata; desiderosi di dar prova nella vita, quando arriverà la chiamata dell'impegno di lavoro, delle loro qualità morali e delle loro capacità. Mi sento di dire: diamo fiducia ai giovani; ma stiamo vicini a loro, non per esigere, ma per sollecitare. Non esitiamo a proporre loro forme di impegno nello studio, nella società, nella cultura; saranno per loro momenti di crescita, morale e civile». «L'esperienza del "servizio civile", svolto dagli obiettori di coscienza, ed ora aperto a tutte le ragazze, indica una strada da seguire con convinzione, così come l'impegno di tanti giovani volontari nelle Forze Armate della Repubblica. Invitiamo i giovani "a non vivere nel presente, ma a progettare il futuro, che sarà quale essi saranno capaci di realizzarlo". Non soltanto la scuola, o gli organizzatori di associazioni di volontariato, ma anche le famiglie hanno in ciò una diretta responsabilità», ha concluso Ciampi.febbraio 19, 2016 nella Appuntamenti, Regioni, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Servizio civile volontario, l'iter della riforma voluta dal Governo
Presentato in Senato il 23 dicembre del 1999 dal Governo D'Alema, il Disegno di legge arrivato nei giorni scorsi all'approvazione finale nei giorni scorsi e che ha riformato il servizio civile in Italia, ha avuto un iter relativamente rapido, anche se ha dovuto superare gli ostacoli della crisi politica che ha portato ad un cambio di Governo e rischiato di rimanere impantanato nelle secche del termine naturale della XIII legislatura previsto nel prossimo maggio. La nuova legge, che al pari di quella n. 331 dello scorso anno che sospende la leva obbligatoria ed inaugura quella volontaria e professionista, arriva dopo gli allarmi degli enti storici che hanno gestito per oltre 20 anni tramite convenzione con il Ministero della Difesa i giovani obiettori in servizio civile. Esperienza, quella dell’obiezione di coscienza al servizio militare, a sua volta da poco aggiornata nel luglio del 1998 con la legge n. 230 che ha introdotto per la prima volta in Italia il diritto soggettivo al’obiezione.
Nelle intenzioni del Governo la riforma era pensata per "rappresentare uno strumento finalizzato a colmare i vuoti che inevitabilmente si creeranno nel servizio civile dopo la sospensione del servizio di leva obbligatorio con cui esso e attualmente in stretta connessione". Dopo lì’Assegnazione il 18 gennaio dello scorso anno alla 1a Commissione Affari Costituzionali del Senato, il Disegno di Legge delega (n. 4408) ha assorbito altre 7 proposte di legge tutte miranti ad istituire per la prima volta in Italia un “servizio civile nazionale e volontario”, anche in specifici settori come quello agricolo (n. 329). La discussione in Commissione lunga un anno arriva in Aula al Senato solo ad inizi 2001, per essere poi velocemente approvato tra l’11 e il 16 gennaio. Il passaggio alla Camera dei Deputati, con il numero di atto 7532 è già il giorno dopo, con l’assegnazione anche qui in Commissione Affari Costituzionali. Infine l’ultimo passaggio, quello definitivo avvenuto nei giorni scorsi in Aula a Montecitorio con l’approvazione il 14 febbraio. Ora, come previsto dalla Legge delega, toccherà entro un anno al nuovo Governo, che uscirà dalle elezioni politiche del prossimo 13 maggio e che vede competere la Casa delle Libertà di Silvio Berlusconi e l’Ulivo di Francesco Rutelli, con il leader di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti a fare da terzo incomodo, approvare uno o più decreti di attuazione.febbraio 17, 2016 nella Appuntamenti, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)
Camera approva nuova legge, nasce servizio civile volontario
La Camera dei Deputati nella seduta di ieri 14 febbraio 2001 ha approvato definitivamente con 228 sì del centrosinistra (DS e Popolari) e di Rifondazione, 175 astenuti della Casa delle Libertà e 5 voti contrari (tra cui quello dell’ex Ministro degli affari esteri, il forzista Antonio Martino), il Disegno di legge delega (A.C. 7532) che riforma il servizio civile in Italia. La legge, voluta dal Governo D’Alema nel dicembre 1999, arriva così a conclusione del suo lungo iter di discussione e dopo l’approvazione del Senato, avvenuta il 16 gennaio scorso. «È stata dura ma ce l' abbiamo fatta», ha commenta in Transatlantico il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Patrizia Toia che ha seguito la riforma passo passo. Soddisfatto – secondo quanto riportano le agenzie – anche il Ministro della Difesa, Sergio Mattarella: «Abbiamo vinto lo scetticismo di chi non credeva che prima della legislatura sarebbero state approvate entrambi le leggi, sia quella che ha sospeso la leva obbligatoria che questa sul servizio civile».
Molte le novità di questo testo che, in parallelo con la legge n. 331/2000, mette di fatto la parola fine ad oltre 50 anni di obiezione di coscienza alla leva obbligatoria e a quasi 30 anni di servizio civile obbligatorio, anche se per il definitivo passaggio di consegne occorrerà aspettare ancora il 2005. Con questa Legge delega infatti nasce per la prima volta in Italia un servizio civile totalmente volontario che ha come sua finalità “concorrere, in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della Patria con mezzi ed attività non militari”. Sarà aperto per la prima volta alle donne dai 18 ai 26 anni e agli uomini di pari età inabili alla leva. Questa esperienza si affiancherà infatti per i prossimi anni al servizio civile obbligatorio che rimane per gli uomini maggiorenni, che potranno continuare ad obiettare alla “naja” finchè questa non verrà sospesa fra 4 anni. Per i nuovi “volontari” si prospetta un impegno di 12 mesi, contro i 10 dei loro pari età obiettori, ma a fronte di un compenso più alto, attorno elle 800mila lire. Oltre alla formazione obbligatoria, sono previsti anche dei “benefit” come la possibilità del riconoscimento di crediti formativi, di punteggio nei concorsi pubblici, nonché i contributi previdenziali. Come già previsto dalla legge 230/98 degli obiettori, sarà possibile svolgere il servizio civile anche all’estero, “promuovere la solidarietà e la cooperazione, a livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona ed alla educazione alla pace fra i popoli”, come recita l’art. 1 della legge, che ora passa alla firma del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per la promulgazione.febbraio 15, 2016 nella Appuntamenti, Normativa e progetti, Riforma SC, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink | Commenti (0)