sito ufficiale tavolo ecclesiale servizio civile

« L'obiezione di Gozzini | Home | Ministro Lollobrigida: "Quest'anno attiveremo il servizio civile agricolo" »

Come cambia il servizio civile con gli ultimi provvedimenti del Governo

Leggi_scuDue recenti leggi, la n. 74 del 21 giugno 2023 sul “Rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche” e la n. 85 del 3 luglio 2023 su “Misure urgenti per l'inclusione sociale e l'accesso al mondo del lavoro” hanno cambiato il Servizio Civile Universale, prevedendo la prima una riserva del 15% nei concorsi pubblici e la seconda un maggior collegamento con la misura del “Supporto per la formazione e il lavoro”. «Il primo aspetto va nella direzione di quanto già previsto a favore dei volontari in ferma breve e ferma prefissata delle Forze armate – ci dice Emanuele Rossi, Professore ordinario di Diritto costituzionale presso la “Scuola Superiore Sant'Anna” di Pisa -, cosa che aveva già iniziato a fare il D.Lgs. 77/2002 in termini di valorizzazione del Servizio Civile Nazionale». «In una logica di coerenza si dovrebbe estendere la misura anche a chi ha fatto in passato il servizio civile volontario, se non addirittura quello degli obiettori. E’ un elemento che andrebbe approfondito, ma l’importante che questa misura non concorra a far perdere l’idealità, e quindi l’identità, del SCU», aggiunge Rossi.

«È importante – aggiunge il giurista – tutto ciò che può valorizzare questa esperienza, ma allo stesso tempo occorrerebbe garantire quegli aspetti di qualità, come ad esempio la formazione o i progetti, che caratterizzano questa esperienza, e la rendono diversa rispetto ad una semplice misura di formazione professionale». Per tale ragione, Rossi sottolinea la delicatezza del tema dell’utilizzo del SCU in un contesto di politiche attive del lavoro: «Ci sono da tempo delle esperienze che si collocano in un’area di mezzo tra gli estremi rappresentati dal volontariato puro e dal lavoro vero e proprio, ad esempio con riguardo a quelle forme che potremmo chiamare di volontariato imposto o incentivato. In quest’area spesso viene collocato anche il SCU, rendendolo così una forma spuria, un ibrido rispetto alla sua identità originaria». «Occorrerebbe forse tornare a distinguere queste esperienze, anche nei termini con cui sono indicate, valorizzando l’identità propria del servizio civile come servizio alla comunità da un lato (“difesa della Patria” nell’ampia accezione indicata dalla Corte costituzionale) e come formazione dei giovani alla, come abbiamo provato fare proprio nei giorni scorsi a Malosco (TN) nel Seminario promosso dalla Fondazione Zancan e da Caritas Italiana», conclude Emanuele Rossi.

luglio 21, 2023 nella Appuntamenti, Esperienze, Normativa e progetti, Storia del SC | Permalink

Commenti

Scrivi un commento