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Servizio civile: problemi per l'avvio dei volontari all'estero

Ha creato clamore e sconcerto tra gli Enti di servizio civile universale (SCU) la comunicazione dello scorso 13 agosto del Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU, con la quale si li si invita “a sospendere le partenze” dei volontari avviati a maggio e a giugno e nei progetti di servizio civile all’estero. Dopo che ne hanno parlato "Redattore Sociale" e "Avvenire", il 23 agosto è arrivata la precisazione del Capo Dipartimento. Secondo "Redattore Sociale" comunque «il provvedimento riguarda in particolare i giovani volontari, anche quelli eventualmente già partiti, selezionati per progetti in 19 Paesi, tra i quali molti africani e sudamericani, “in ragione dell’emergenza sanitaria globale e delle conseguenti misure restrittive, del contesto securitario o di entrambi i fattori, che non presentano condizioni ottimali per lo svolgimento dei progetti di Servizio Civile” – scrive il Dipartimento, che cita in merito anche un’interlocuzione avvenuta con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).

“Non ci aspettavamo una comunicazione di questo tipo, soprattutto dopo che avevamo già chiesto da mesi un confronto su questo tema con il Dipartimento e avviato già tutta una serie di azioni per la sicurezza dei nostri volontari, a partire dalla vaccinazione”, ci dice Laura Milani, Coordinatrice responsabile del Servizio Civile per l’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”. “Stiamo cercando di capire come comportarci, anche perchè in alcuni degli Stati ora indicati come pericolosi come Kenya e Camerun, avevamo già messo in campo con i nostri volontari tutta una serie di protocolli di sicurezza, salvaguardando la specificità di una esperienza come quella del SCU all’estero che si caratterizza proprio per l’intervento in situazioni problematiche per sostenere le popolazioni locali, promuovere i Diritti Umani e costruire la pace”, prosegue Milani.
La comunicazione del Dipartimento è stata “un’amara sorpresa” anche per Ivana Borsotto, Presidente della FOCSIV (Federazione organismi cristiani di servizio internazionale volontariato), “perchè vanifica tutto un percorso formativo già avviato, la parte logistica di attuazione dei progetti già in campo e le relazioni con i nostri partners locali”.
“Abbiamo vissuto questa decisione del Dipartimento come un’ingiustizia – prosegue Borsotto – perchè in molti dei Paesi indicati sono ancora oggi in corso progetti di cooperazione italiana e fino a poche settimane fa dello stesso SCU. Dallo scorso 13 agosto stiamo ricevendo email dei nostri volontari, frustrati da questa situazione nonchè dal fatto che molti di loro venivano già da situazioni difficili dello scorso anno, quando molti progetti furono chiusi a causa della pandemia”. “Si tratta di quasi 190 volontari e volontarie, i 2/3 dei 309 complessivamente selezionati nei progetti FOCSIV, che hanno fanno scelte importanti di vita per fare questa esperienza, a partire anche dal fatto di dover lasciare per un anno l’Italia, e che ora non sanno come essa continuerà. Anche per questo, e per rispetto all’impegno dimostrato in queste settimane, abbiamo deciso di incontrarli via ZOOM per capire con loro questa situazione. Allo stesso tempo abbiamo richiesto formalmente di interloquire urgentemente con il Dipartimento e il MAECI per cercare delle soluzioni condivise”, conclude la Presidente FOCSIV».

agosto 24, 2021 nella Esperienze, Storia del SC | Permalink

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