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#riPassi di servizio civile: luci ed ombre della riforma dell'obiezione di coscienza

Massimo_Paolicelli«Questa legge sancisce finalmente l’iscrizione dell’obiezione tra i diritti della persona secondo quanto la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e la stessa nostra Costituzione riconoscono da mezzo secolo». E' quanto dichiara Diego Cipriani della Consulta nazionale del servizio civile (CNESC) dopo l’approvazione della nuova legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare. «Per certi versi però questa legge è un passo indietro. Non possiamo gioire per quella che consideriamo una controriforma – polemizza invece Massimo Paolicelli, portavoce dell’Associazione Obiettori Nonviolenti (AON) -. Dal primo gennaio ’99, i termini per la presentazione della domanda sono abbassati da 60 a 15 giorni dalla data di arruolamento: con la disinformazione che c’è, molte domande verranno respinte perché fuori termine. Per alcuni settori del servizio civile sono ammessi periodi aggiuntivi di formazione, da definire, e questo è anticostituzionale: il servizio civile torna ad essere più lungo di quello militare».

«Dopo il famoso rinvio di Cossiga nel 1992, siamo purtroppo dovuti ripartire da zero – prosegue Paolicelli -. Il problema costante in questi anni è stato quello di avere pochi parlamentari sensibili ai temi dell’obiezione nei vari partiti che ci aiutavano a costruire nel Parlamento le maggioranze necessarie». «La nuova legge è appesantita da una serie di paletti voluti dalla Difesa per ammorbidirla e non è quella che si poteva ottenere, per certi versi anzi è peggiore di quella bloccata nel 1992», spiega ancora il portavoce dell’AON. Per Paolicelli gli aspetti più positivi sono «il riconoscimento del diritto insindacabile all’obiezione, il fatto che per la prima volta viene riconosciuta la possibilità di studiare forme alternative di difesa, con la Commissione sulla difesa civile popolare nonviolenta». «Tuttavia – prosegue – mentre per la difesa armata del Paese, stabilito che servono 190mila persone, lo Stato investe tutto quello che serve, per il servizio civile il meccanismo è opposto: si stanzia una somma, in base alla quale si inviano in servizio civile tanti giovani quanti ne permette la cifra. La difesa del Paese attraverso il servizio civile continua ad essere una difesa di ‘serie C’».

#Ripassi è un progetto di comunicazione della Regione Lazio, segui qui:http://www.regione.lazio.it/serviziocivile/ripassi.html

luglio 5, 2016 nella Esperienze, Normativa e progetti, RiPassi di servizio civile, Storia del SC | Permalink

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