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Servizio civile: Galli Della Loggia accusa, replicano Bobba ed enti
Avviato da un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul "Corriere della Sera" del 14 luglio scorso, si è sviluppato in questi giorni un dibattito a distanza sulla riforma del Terzo settore e del servizio civile, che ha visto intervenire con vari articoli e repliche Pietro Barbieri, Portavoce del Forum del Terzo Settore, l'on. Luigi Bobba, Sottosegretario al Lavoro con delega al servizio civile, l'Anpas e la Cnesc.
Galli Della Loggia nel suo primo articolo aveva citato come un'occasione mancata per il Governo la riforma del servizio civile. «Invece di farne un’occasione per una sorta di grande chiamata all’impegno civico per l’Italia -
ha scritto l'editorialista del Corriere - , rivolta a una gioventù oggi sfiduciata e abbandonata a se stessa; invece di immaginare obiettivi concreti per un tale impegno (chessò, pulire le coste e le rive dei corsi d’acqua, tenere lezione d’italiano e di cultura elementare per gli immigrati, presidiare di notte le periferie urbane garantendone la sicurezza); invece di cercare di colpire l’immaginazione come avrebbe fatto un
Roosevelt, evocando una Giovane Italia che riprende in mano le sorti del suo Paese, invece di qualcosa del genere ci si è limitati alle solite trattative con la solita burocrazia della solidarietà, con le decine e decine di associazioni, cooperative, Ong (in genere accuratamente lottizzate), che non si capisce bene che cosa faranno ma si capisce solo che avranno un po’ di soldi pubblici in più». Pietro Barbieri
replica subito sulle pagine di Vita.it, dicendosi "sbalordito" per le affermazioni di
Galli Della Loggia e spiega: «I fondi destinati al servizio civile non vanno nemmeno in minima parte alle associazioni ma, esclusivamente, sotto forma di (piccoli) rimborsi spese, ai giovani che in Italia o all’estero si mettono alla prova con progetti volti alla tutela dei diritti (anziani, minori, giovani, persone con disabilità, migranti), la cura e il rispetto dell’ambiente e dei beni culturali, la cooperazione sociale e internazionale, comunque con l’obiettivo sempre di rinsaldare la coesione sociale. Si tratta di attività e forme di grande impegno, forse troppo silenziose, che evidentemente sono ignorate dall’autore del pezzo di cui stiamo parlando». «Invitiamo volentieri
Ernesto Galli Della Loggia ad un confronto diretto con noi, per fargli conoscere veramente il servizio civile e il mondo del non profit italiano. Chissà che forse in un prossimo editoriale deciderà di rivolgersi a oltre 300.000 organizzazioni e a 4 milioni di italiani con maggiore rispetto», conludeva il Portavoce del Forum del Terzo Settore. Dello stesso tono la
replica del Sottosegretario Bobba [PDF] che ha ricordato che «
Renzi ha indicato un traguardo: entro il 2017 il governo vuole avviare al servizio civile circa 100.000 giovani, contro i 15.000 oggi in servizio. Ma già oggi il servizio civile nazionale è utile al Paese, perché mobilita risorse, competenze e persone per obiettivi di interesse generale; è utile ai giovani in termini di crescita personale e di acquisizione di competenze in vista del successivo percorso professionale». A lui risponde direttamente
Galli Della Loggia dando "credito al governo che le sue intenzioni fossero quelle illustrate dal sottosegretario
Bobba". «Io resto convinto però - prosegue - che un’organizzazione frantumata sul territorio e affidata a centinaia di enti i più diversi, molti dei quali legati al sottogoverno politico-partitico religioso non sia quella più adatta a incarnare le intenzioni suddette». Nel merito della questione posta da
Galli Della Loggia hanno poi risposto anche
Anpas e
Cnesc. «Ci siamo scontrati con la logica di molte istituzioni e di molta classe politica del "divide et impera" e alcune organizzazioni l’hanno accettata. Ancora oggi ci sono politici e burocrati che spingono ad una ulteriore frantumazione delle reti che le organizzazioni sociali si sono liberamente date e con fatica nei decenni scorsi. E sullo sfondo l’incuria, politica oltre che economica con la quale lo Stato Italiano dal 1972 gestisce il servizio civile. Per la Cnesc queste aggregazioni potrebbero rendere realizzabile un’alleanza fra le missioni che lo Stato Italiano affida al Servizio Civile Universale e la rete, pubblica e senza scopo di lucro, di organizzazioni che vogliono partecipare alla ripresa della società italiana, a cominciare dalla restituzione ai giovani della responsabilità di essere protagonisti, giovani a cui viene riconosciuto un importo economico tale da rendere possibile la partecipazione anche a chi non ha le spalle coperte. Oggi questa alleanza è limitata a poche realtà in gran parte nazionali, in un SCN caduto nel tritacarne dell’applicazione, fra l’altro impropria, del titolo V della Costituzione» chiarisce in particolare
Licio Palazzini, Presidente della Cnesc.
luglio 24, 2014 nella Esperienze, Europa, Idee, Libri e siti utili, Normativa e progetti, Riforma SC, Storia del SC | Permalink
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