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Servizio civile e stranieri, due interrogazioni in Parlamento
L'Agenzia "Redattore Sociale" dà notizia di due interrogazioni parlamentari, provenienti da lati diversi dell’emiciclo di Montecitorio, che chiedono chiarezza sulla sentenza del Tribunale del Lavoro di Milano, che il 19 novembre scorso ha ordinato al Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale di riaprire entro 10 giorni (quindi per l’inizio di dicembre) il Bando nazionale di servizio civile anche ai giovani stranieri.
La prima interrogazione (4-02630) in ordine di tempo è stata presentata giovedì 21 novembre dagli onorevoli della Lega Nord Massimiliano Fedriga e Nicola Molteni, per chiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme al Ministero della Difesa e a quello dell’Interno, se «il Governo intenda o meno ottemperare all'ingiunzione del tribunale di Milano, preveda o meno di darvi applicazione fino alle logiche conseguenze, o se invece intenda considerare l'opportunità di resistervi, utilizzando all'uopo gli strumenti posti a disposizione dall'ordinamento, fino al punto di determinare un intervento dirimente della Corte costituzionale». Per i due deputati leghisti infatti «l'accoglimento della nuova accezione del concetto di cittadinanza adombrato nella sentenza del tribunale di Milano, comporterebbe, di necessità, l'immediata apertura agli stranieri soggiornanti nel territorio nazionale anche del reclutamento nelle Forze armate e di polizia, oltreché l'allargamento in loro favore della platea delle persone titolari dell'elettorato attivo e passivo, non solo amministrativo ma politico». Per l’on. Fedriga e Molteni sarebbe «evidentemente in gioco un'interpretazione della Costituzione rispetto alla quale sarebbe opportuno un pronunciamento della Corte costituzionale». Di orientamento diverso l’interrogazione (4-02680) alla Ministra per l’Integrazione con delega al servizio civile, Cécile Kyenge, presentata dagli onorevoli Arturo Scotto e Nazzareno Pilozzi (SEL). I due interroganti ricordano come «già nell'edizione 2012 un tribunale milanese aveva bocciato il requisito della cittadinanza, ma allora la decisione del giudice era arrivata a gennaio, quando le selezioni erano già state ultimate» e che «nonostante le promesse di politici ed istituzioni il bando 2013, uscito il 4 ottobre, aveva ribadito l'illegittimo sbarramento». Per questo chiedono alla Ministra «quali misure siano già state prese in merito» a quanto stabilito dalla sentenza e «quali iniziative si intendano intraprendere per garantire che nelle prossime edizioni del bando di concorso per il servizio civile non venga riproposto l'illegittimo requisito della cittadinanza italiana».novembre 29, 2013 nella Bando nazionale, Normativa e progetti, Storia del SC | Permalink
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