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Si aspetta la parola dei giudici su servizio civile e stranieri

GiustiziaSul quotidiano on-line "L'Indro" un articolo di Giuseppe Mottola mette a confronto le diverse posizioni sull'apertura del servizio civile ai giovani stranieri, nell'attesa che le prossime sentenze di Milano e Brescia diano un'indicazione più chiara sui ricorsi presentati da alcuni ragazzi esclusi dall'ultimo bando nazionale. 

«A Milano il giudice è andato al di là delle sue competenze perché si è sostituito al Parlamento e alla Corte Costituzionale – dichiara a "L'Indro" Raffaele De Cicco, Dirigente dell'Ufficio nazionale del servizio civile –. Il magistrato non poteva bloccare tutto, ma solo ordinare all’amministrazione di reintegrare il ragazzo nell’ambito della selezione del progetto interessato». Su Brescia, prosegue De Cicco «il giudice ci ha dato ragione perché con le norme in vigore non si può aprire il servizio civile ai cittadini stranieri, anche se residenti, come peraltro sostenuto dal nostro legale, l’avvocatura dello Stato». Tuttavia, precisa, se i giudici ordinari decidono tutti nella stessa direzione, allora avallano un comune sentire nella società e le Camere potrebbero tenerne conto; se i magistrati si pronunciano in modo differente, però, la situazione è diversa. Per Alberto Guariso di "Avvocati per niente", che ha sostenuto i ricorsi dei due ragazzi, «i magistrati sono obbligati dalla legge a ordinare la rimozione generale delle distinzioni che ritengono non fondate sulle norme vigenti. Di questa rimozione generale ci sono stati centinaia di casi, ma capiamo che questo fa più rumore perché coinvolge molte persone e su tutto il territorio nazionale». Se il diritto-dovere di solidarietà sociale è coinvolto - prosegue Guariso -, «allora abbiamo ragione perché la Corte Costituzionale ha sancito il divieto di fare differenze fra cittadini e stranieri nei diritti fondamentali della persona». Ma anche se la faccenda non riguardasse questi ultimi, aggiunge l’avvocato, c’è spazio di manovra. «La Corte – conclude – ha anche stabilito che, al di fuori del nucleo dei diritti fondamentali, la differenza fra italiani e stranieri dev’essere ragionevolmente motivata. Lo è nel caso dell’ammissione al servizio civile, se si sgancia questo dalla difesa del territorio?». [Fonte: L'Indro]

settembre 19, 2012 nella Bando nazionale, Libri e siti utili, Normativa e progetti, Servizio civile e stranieri, Storia del SC | Permalink

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