È stato presentato oggi a Roma, alla presenza dell’on. Giovanardi, Ministro per i Rapporti con il Parlamento con delega al Servizio civile, il 7° Rapporto della Cnesc sul Servizio civile in Italia. Il rapporto, realizzato dall’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS), fotografa la situazione del Sc rispetto ai progetti degli Enti aderenti alla Cnesc nel 2004 e per la prima volta vede un’indagine di autovalutazione dell’esperienza da parte delle giovani volontarie del 2002, contattate on-line, e la quantificazione delle sue ricadute formative e professionali.
Alcuni dati che emergono dal rapporto sono significativi:
- 80 milioni di euro è il valore economico dei servizi erogati;
- l’investimento degli Enti CNESC è di 15 milioni di euro con un coinvolgimento di 6.000 persone;
- l’investimento dello Stato sui volontari presso gli enti CNESC è stato di 50 milioni di euro, c’è stato quindi un saldo finale positivo di 15 milioni di euro, con un ritorno sull’investimento del 23%;
- 930 euro è il costo per volontario sostenuto dagli Enti.
Anche i risultati dell’indagine diretta ai volontari del 2002 è molto incoraggiante, se il giudizio sintetico complessivo sull’esperienza risulta ampiamente positivo se il voto è in una scala da 1 a 10 di 8,2.
Tuttavia, nei vari interventi che si sono succeduti dell’on Giovanardi, di Fausto Casini, presidente della CNESC, e poi via via di Licio Palazzini (ARCIserviziocivile), Fabrizio Cavalletti (Caritas Italiana), Primo Di Blasio (FOCSIV), Maria Paola Tavazza (Federsolidarietà) e Paolo Bandiera (AISM), sono emerse tutte le contraddizioni del momento particolare che il Servizio civile sta vivendo in Italia.
- le difficoltà legate ai rapporti con le Regioni;
- le incognite sui fondi sempre scarsi e al cambio di sistema contributivo legato al compenso dei volontari;
- l’importanza di un richiamo sempre sostanziale all’ideale dell’obiezione di coscienza, ai valori sociali e della Costituzione e all’impegno per la Difesa popolare nonviolenta e la pace, anche all’estero;
- l’esigenza di diffondere sempre più questa esperienza fra tutti i giovani;
- la necessità di avere un referente stabile ed identificabile nel Governo, indipendentemente dall’esito delle prossime elezioni politiche;
- l’urgenza di dotarsi di strumenti comuni di valutazione e monitoraggio della qualità dei progetti.
Per approfondire:
– articolo su Vita.it
– articolo su ToscanaOggi
– Istituto per la Ricerca Sociale